DALLA TORRETTA DI AVVISTAMENTO DEL CENTRO DI CASERMETTE è APPARSO ORMEA
IL BOSCO IN AUTUNNO
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ENTRAQUE |
Centro Uomini e Lupo |
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Nel vallone del Gesso della Barra, Entracque, paese di antiche tradizioni, deve la sua fortuna economica alla ricchezza d'acqua della zona: fra gli anni Sessanta e Ottanta, sono stati costruiti, poco a monte dell'abitato, due grandi bacini artificiali per la produzione di energia elettrica. |
Visita al centro Uomini e Lupi del 25 ottobre 2016 CLASSI IA IB IC Partenza da Albissola Marina, Largo atleti azzurri d’Italia ore 7.30, rientro previsto per le 18.45 Percorso in Bus Tempo di percorrenza 2 ore, distanza 115 km |
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Pranzo al sacco Portare, abbigliamento adatto all’escursinismo: scarpe chiuse e calde, giacca pesante, ombrellino e mantella in caso di maltempo |
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Al centro dell’area di Casermette si alza una torretta di tre piani da cui è possibile l’osservazione del lupo. Alla torretta si giunge attraverso un tunnel al cui interno si snoda un percorso di visita che presenta il lupo dal punto di vista naturalistico. A Casermette, infatti, il visitatore fa l’incontro con Caterina, che, appassionata di lupi, gira il mondo per fissarne con macchina fotografica e cinepresa le abitudini di vita. Caterina, conduce il visitatore in cinque ambienti: il Laboratorio, la Biblioteca, la Cucina, un Bosco e un Rifugio di montagna. Caterina è personaggio di fantasia; vera la storia che racconta di Ligabue, giovane maschio che nel 2004,
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grazie a un radiocollare, venne seguit, giorno dopo giorno, nei suoi spostamenti dall’Appennino parmense alle Alpi Marittime. Nel centro espositivo di Entracque, a guidare la visita è la voce narrante di un cantastorie che introduce il visitatore nella Tenda delle Favole, nell’Officina delle Biciclette, nella successiva Galleria dei Ritratti e infine nella Grotta, qua il visitatore assume il punto di vista del lupo e coglie i commenti di pastori, guardaparco, escursionisti...Da questi incontri emerge una morale: il lupo non è nè buono nè cattivo, il lupo attacca gli altri animali perchè così vuole il suo istinto, perchè quella è la parte
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che gli è stata assegnata nella grande rappresentazione del ciclo della vita.
I visitatori possono osservare nell’area Nord i lupi Hope (Speranza) e Alberto che hanno avuto una cucciolata. I sei piccoli della coppia attualmente vivono nel recinto settentrionale dell’area, successivamente saranno trasferiti nell’area di 6 ettari che ha dimensioni e caratteristiche idonee a ospitare un branco di lupi. I lupetti nati in cattività non potranno mai essere immessi in natura.
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Alberto, il papà, è arrivato a Entracque dal centro faunistico di Pescasseroli, nel Parco nazionale d'Abruzzo. L’animale, a cinque mesi di età, denutrito e pieno di rogna si era rifugiato in una stalla nel paese di Barrea. Il veterinario del Parco lo ha salvato, poi è stato trasferito in Valle Gesso. Qui ha incontrato Hope, sottoposta a un delicato intervento ortopedico, dopo un periodo di convalescenza nella struttura veterinaria dell’Università di Torino, è stata assegnata in custodia al Centro “Uomini e Lupi”, unico centro alpino predisposto per dare ospitalità a esemplari di Canis lupus.
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Martedì 25 ottobre 2016, le classi prime si sono recate ad Entracque in Piemonte,
provincia di Cuneo.
Siamo partiti con un pullman verso le 7.30 di mattina e siamo arrivati ad Entracque alle
9.30.
Ci ha accolto una lupologa che ci ha dato moltissime notizie sui lupi : dove vivono, di
che cosa si nutrono, perché nel passato sono stati uccisi. Ci ha anche proposto un filmato sul “Gipeto”, un rapace che si nutre solo di ossa.
Per spezzarle le prende tra le zampe e vola in cielo a una quota di 50 metri, poi lascia cadere le ossa sulle pietre appuntite come quando un jet sgancia una bomba; anche il Gipeto è presente nel
parco.
Abbiamo attraversato quindi
sei sale nelle quali, nonno Prezzemolo un cantastorie, ci ha raccontato le sue avventure con i lupi, il suo viaggio alla ricerca delle credenze sul lupo e della caccia ai lupi che ha portato al
pericolo di estinzione. Bellissima la sala dei ritratti.
Alla fine del giro, abbiamo ripreso il pullman. Siamo andati a consumare il pranzo nel Centro Enel. Poi siamo andati a visitare il Parco, accompagnati da una guida. Avendo un forte desiderio di avvistare i lupi, stavamo zittissimi, come quando… i leoni preparano
un agguato a una preda. Camminavamo, camminavamo guardando dalla parte
della rete che ci separava dal territorio dei lupi ed ad ad un certo punto la guida si ha fermati per osservare un lupo che correva avanti e indietro.
Tutti quanti abbiamo scattato fotografie e …ne è arrivato un altro che si è messo in posa su di una roccia come per dire: “ Io sono un
bellissimo esemplare di lupo, fotografate me!”.
Andando avanti abbiamo osservato altri lupi; ci siamo diretti su di una passerella e quindi su una torretta che andava a finire nel bosco; da
questa abbiamo avvistato tre lupacchiotti, i nuovi nati in cattività.
Alla fine all'appello ne mancavano pochi, mi ricordo i loro nomi: Mistral, Gina, Emilia, Ormea, Hope ed Alberto; questi due ultimi lupi hanno avuto a maggio una cucciolata di ben 6 lupacchiotti!
Successivamente siamo andati in altre sale per seguire il racconto di Caterina, una fotografa appassionata di lupi che ci ha
raccontato la storia di Ligabue. Purtroppo non abbiamo potuto sapere la fine della storia del lupo, con il radiocollare M14, perchè c'è stato un black out.
Terminata questa visita sulla torre di avvistamento, siamo tornati al pullman .
La nostra gita era ormai finita: fantastica, interessante; abbiamo scoperto tante
notizie sui lupi, nonostante ci sembrasse di conoscere tutto!
La Traviata di Giuseppe Verdi- Teatro Carlo Felice, Genova -
20 dicembre 2016
L’inizio è già la fine.
Il corteo di invitati come una processione funebre.
Nel cielo cupo colature di sangue, nero e marcio.
Sono passate le compagnie, oscene come in un quadro di Grosz.
Sono passate le cascate di bottiglie e calici rovesciati.
Sono passate le danze di zingarelle, piovre luccicanti di sangue lubrico.
È passata la felicità, sotto la chioma arida dell’albero bianco. Le sue mele, a terra, paiono un mare ribollente di sangue.
Violetta, anima calpestata, urla il suo amore violato, come una Marilyn muta.
Danzano le Parche, sconsolate nei loro veli.
L’ultima, tagliato il filo, giace ormai nel suo triste abbandono.
L’albero, algido, cadaverico, emerge dal lago di ghiaccio, incrinato da mille crepe.
Adesso, abbattuto, le fa da scheletrico guanciale.
Spettri neri le danzano attorno.
Il guizzo improvviso dell’amore ritrovato.
L’illusione riaffiora.
Effimera gioia.
Il destino è già scritto. La storia già raccontata.
La morte, inesorabile, avanza lenta, col lungo cappotto nero.
Perché la verità si comprende sempre alla fine di tutto?
Un fiotto rosso di sangue, un dolore infinito.
Tremendo.
Bellissimo.
Danilo Demi
Appena sono arrivato, sono stato 10 minuti a osservare il teatro, era enorme, con delle facciate di palazzi alti e grigi il fuori. Poi si sono spente le luci ed è iniziato lo
spettacolo, in 3 atti. La Traviata era bellissima e si chiamava Violetta Valery, oltre a lei c'erano ballerini, maschere, e una orchestra enorme è favolosa. Violetta aveva una voce da urlo ed era
molto brava. La scena più bella è stata nel il terzo atto: c' era uno specchio che rifletteva tutto ciò che avveniva sul palco. Lei era in punto di morte, cadeva, si rialzava subito e si metteva
a ballare. Finché non morì.
D.C.
La Traviata, lo spettacolo che abbiamo visto ieri all'interno del teatro Carlo Felice, è stato bello, i punti più belli sono stati il finale e il canto "Libiam" nei lieti calici". Siccome
non sapevo "la traviata" a memoria ho preso il volantino che ci hanno dato all'inizio e nei punti in cui non capivo leggevo. C'era un cartellone in alto su cui erano scritte le
parole che i personaggi pronunciavano, certo, senza di quello non avrei capito niente, solo che non sapevo cosa guardare lo spettacolo o il cartellone.
M.C.
Ieri noi eravamo al teatro Carlo Felice di Genova, è stato molto bello, agli intervalli ci siamo divertiti io e Giovanni, un mio compagno di classe, esploravamo i corridori con delle
ragazze di 3A, ci eravamo quasi persi. Siamo anche andati dove puntavano le luci e anche nei posti indietro e in alto. Si sentiva molto bene ma la visuale non era delle migliori. E' stato
bello anche se mi sembrava inquietante il medico di Violetta che stava fermo e ci guardava. È stata molto bella la giornata di ieri e mi sono divertito.
N.C.
Ieri siamo andati al Carlo Felice a vedere "La Traviata" ed è stato emozionante.
Già il teatro era grandissimo con posti comodi. È stato bellissimo soprattutto quando finivano gli atti e dovevamo correre al bar per prendere da mangiare. È stato molto bello e ci
voglio ritornare.
La Traviata è un'opera lirica. É stato bello. I momenti più belli per me: i canti. (Libiam ne lieti calici). Il momento più triste: la morte di Violetta, ma non mi ha fatto piangere
anzi ... perché la protagonista muore ma dopo sembra rinascere , è una cosa assai misteriosa.
P.P.
Il viaggio di ieri è stato abbastanza divertente però per colpa della pioggia non abbiamo potuto fare la foto vicino alla fontana, l'opera è stata un po' noiosa nell'atto due e
nell'atto tre perché Violetta non moriva mai, poi c'era un tizio con i vestiti da scheletro che guardava me e Filippo, l'ho trovato molto inquietante.
Ieri siamo andati al teatro Carlo Felice, è stato bellissimo entrare nel teatro, poi io, Alice e Alice ci siamo perse e allora eravamo disperata. La scena che mi è piaciuta di più?
Quando Violetta e Alfredo si sono conosciuti (al ballo) e poi mi sono divertita anche quando i musicisti facevano gli autografi.
E.B.
Ieri pomeriggio siamo andati a vedere la "Traviata" al Carlo Felice di Genova, appena siamo entrati nell'atrio ci siamo sentiti mosche. È stato bellissimo ma dopo un po' nel secondo
atto mi sono annoiato perché pensavo che fosse meno lungo, ad un certo punto al cambio scena io, Bergonzi e Rogna pensavamo fosse finito, e ci siamo precipitati davanti alla porta di uscita, poi
nel terzo atto Violetta cadeva, si alzava, cadeva, si alzava poi quando speravamo in un finale diverso: che Violetta si riprendesse, cadde e morì.
Ieri noi siamo andati al teatro CARLO FELICE, è stato molto bello, il momento più bello è stato quando io e Luca non riuscivamo più a trovare la strada per andare a posto quindi
abbiamo girato da tutte le parti.
F.S
IL 20 DICEMBRE SIAMO ANDATI AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA. LO SPETTACOLO È STATO BELLISSIMO, DUE COSE CHE NON MI SONO PIACIUTE: VIOLETTA CHE NON MORIVA MAI, E LA PROF.
HA DETTO CHE AVREMMO PIANTO MA IO NON HO VISTO NESSUNO PIANGERE.
IN GENERALE MI È PIACIUTO.
Ieri siamo andanti in gita a Genova al teatro Carlo Felice. C'erano tre atti e due intervalli, io e Mattia giravamo per il teatro per visitarlo ma ci perdavamo sempre e quindi cercavamo di
corsa i nostri posti per paura di non sentire la campanella e di rimanere chiusi fuori. Il teatro è molto bello e enorme. L'opera era la Traviata e la scena che mi è piaciuta di più era
l'inizio quando cantavano libiamo ne lieti calice.
P.M.
Ieri siamo andati al teatro Carlo felice di Genova. Gli attori anno fatto 3 atti e 2 intervalli di 20 minuti ciascuno. Durante gli intervalli tutti compresa me andavano al bar e poi
mangiavamo....quando suonava la campanella ci fiondavano tutti dentro.
M.D.
La Traviata è stata bellissima, ambientata molto bene e gli attori hanno una fantastica voce. Mi è piaciuto il Carlo Felice , è veramente enorme e pieno di piani, posti a
sedere ed è ambientato come un vicolo di Genova, la morte di Violetta è stata molto lunga e drammatica.
F.C.
Ieri siamo andati al teatro Carlo Felice di Genova, mi è piaciuto un sacco quando con i miei tre amici di terza abbiamo esplorato il Carlo Felice e ci siamo persi andando all'ultimo piano,
quando siamo entrati nel teatro mi è piaciuto perchè sembrava di essere in un palazzo antico.F.P.
Ieri le classi della scuola media De André si sono recate al teatro Carlo Felice a vedere lo spettacolo intitolato "la Traviata". Mi sono divertito molto soprattutto sul pullman con
Bergonzi. Parlavamo e guardavamo su whattsapp. Il teatro era enorme e bellissimo, lo spettacolo pure e il teatro sembrava antico con quelle finte finestre. Quando c'erano le pause, io e Bergonzi
ci fiondavamo al bar per riuscire a comprare il cibo.
A.R.
Ieri 20/12/2016 siamo andati al teatro Carlo Felice a vedere la Traviata, la prima cosa che mi ha impressionato è che il teatro sembrava una piazza esterna poi i tantissimi
posti a sedere del teatro. L'opera era magnifica.
M.B.
Eroi improbabili
C'era una volta una statua che viveva in un museo nel cuore della città.
La statua di giorno stava sdraiata, di notte andava in giro per i boschi, perché in realtà era un vampiro femmina che succhiava il sangue alle persone che incontrava.
Un giorno Incontrò un' altra statua che gli proibì di sfamarsi con il sangue .
La statua disubbidì e così non riprese più vita .
Una donna però rubo' questa statua per venderla .
Il guardiano del museo cercò di convincere la ladra a non vendere la statua perché chiunque l' avesse comprata sarebbe diventato una vittima.
Il guardiano si recò da una strega che viveva in una tenda, per fermare la statua
La strega gli propose di superare una prova per ottenere il mezzo magico, per annientare la statua, e sconfiggere un potente stregonesuo nemico, che abitava sull' Everest.
Nel viaggio venne accompagnato da un amico, un esperto scalatore che gli forni' l'attrezzatura con le bombole dell'ossigeno .
Il guardiano incontrò il mago di ghiaccio e lo sfidò a duello, lo sconfisse con una lancia; gli prese il cuore di ghiaccio e lo portò alla strega.
Questa, per recuperare la statua, gli diede un puzzle magico. Grazie al puzzle la statua diventò un gatto che riuscì a scappare e l' eroe cercò di prenderlo .
Lungo la strada degli alberi catturarono il nostro povero guardiano, ma lui si liberò; arrivato in città, non venne riconosciuto.
Un albero intanto si sostituì all'eroe e raccontò di aver liberato la statua e di aver sconfitto lo stregone.
Proprio in quel momento giunse il guardiano che colpi' l'albero che cadde al suolo con il suo aspetto originale, quindi il finto eroe venne smascherato.
L'eroe acquisì i colori dell'arcobaleno, il cattivo fu punito, tagliato ed usato come materiale da costruzione; il gatto preferì il suo aspetto felino e per gratitudine rimase con l'eroe per sempre .
Senti, ma l’avresti sposato veramente quello là?
- Ma cosa ti viene in mente adesso, dopo tanti anni…
- Certo che ti ha fatto una corte spudorata, diretta e micidiale, altro che Paride…
- E te lo ricordi ancora? Ma lascia perdere. Dormi piuttosto.
- No, no e no! Io ogni tanto ci penso, e mi rode.
- Senti, lasciami dormire! Domattina mi devo alzare presto. Ho il grande da portare alla stazione e la piccola a scuola. E poi devo terminare quella relazione sul concetto romantico del Tristano e Isolde e l’uso dell’armonia tonale, l’aspettano per il convegno…
- Quando ti ci metti sei insopportabile! Mi fai fare sempre la figura del buzzurro ignorante: guarda che Wagner lo conosco anch’io, sai!
- E basta con questo senso d’inferiorità! Ora mi sono proprio stufata! Che poi è solo un atteggiamento: se voi uomini poteste ci mettereste di nuovo tutte in cucina e a cucire con ago e filo, e zitte!
- A parte che qui se voglio due bottoni attaccati me lo devo fare io, se no hai voglia ad aspettare! E poi a me non piacciono tutti i tuoi colleghi, che ti ronzano attorno come mosconi! E tu gli dai corda.
- Ah! Ecco il punto, ci sei arrivato finalmente! Allora non ti fidi di me? Ammettilo!
- Ma no… è che…
- Possibile che sei sempre lo stesso? Ormai avresti dovuto capirlo, no?
- Sì, ma mi dà fastidio comunque!
- Senti chi parla! C’è stato un momento che tutte le donne cadevano ai tuoi piedi! Non se ne salvava una!
- Ah! Allora sei stata gelosa anche tu, eh!
- Scemo! Volevano solo i tuoi soldi! Che poi, a dir la verità, non era nemmeno quel gran che…
- E tu, lo sapevi dei miei soldi?
- Allora sei proprio cretino. Non sapevo un bel nulla. Io ero sincera, volevo solo farti ingelosire.
- Ah! E per farmi ingelosire sei arrivata fino alla soglia del matrimonio con quel… quel… cicisbeo, fanfarone, tronfio e…
- Mi ci hai costretta. Non ti decidevi mai.
- Io? Ma se ho provato a fartelo capire in mille modi! Invece eri tu che mi volevi tenere sulla corda!
- No, adesso basta! Questa chiariamola una volta per tutte, così ci mettiamo una bella pietra sopra e non ne parliamo più!
- Io una bella pietra sulla testa te la dovevo tirare, altro che! Ti ricordi quel giorno sulla riva del fiume? Mi dicevi: “Voglio vivere nubile e infedele, l’amore costante è una pazzia, non fa per me”. Te lo ricordi eh, te lo ricordi?
- Ma sì, forse l’avrò anche detto… Si dicono tante cose…
- E no eh! L’hai detto. Testuale.
- E va bene allora. Te lo dico una volta per tutte. Mi stavi addosso. Eri soffocante, melenso e appiccicoso. E anche facilone. Volevo un uomo, non un bambinone. Volevo svezzarti! Hai capito?
- E vuoi dire che hai architettato tutto quell’ambaradan per il mio bene?
- Per il nostro bene, non solo il tuo.
- E a momenti me ne sarei anche andato via lontano, pur di apparire migliore ai tuoi occhi…
- Bella roba! Ti sei fatto anche abbindolare da quel medicastro, ciarlatano da strapazzo. E meno male che ti somministrava solo un placebo, altrimenti chissà che cosa poteva capitarti!
- Ecco che è di nuovo colpa mia! Lo capisci che ero disposto a tutto? Io ti amavo. Ti amavoooo.
- Come sarebbe a dire, ti amavo? Perché adesso invece?
[Si apre improvvisamente la porta della camera]
- Mamma, papà, la smettete per favore? Noi vorremmo dormire. E poi basta con ‘sta storia. Uffa! Lo sappiamo che vi amate.
[La porta si richiude con un tonfo]
[Silenzio]
[Ancora silenzio]
- Dormi?
- No.
- Neanch’io. Ho freddo ai piedi.
- Dammeli che te li scaldo.
- Poi viene freddo anche a te.
- Non fa niente.
[Silenzio]
- Adina? Ti amo.
- Anch’io ti amo, Nemorino.
- Buonanotte.
- Buonanotte.
L’elisir d’amore, vent’anni dopo.
Prof.Danilo Demi
Martedì 21 marzo
Teatro Carlo felice
L’Elisir d’Amore
Appassionante rappresentazione di musica e teatro dove il Leit motiv è sempre lui, unico protagonista, l’amore, con le sue palpitazioni profonde e le sue motivazioni più leggere: la gelosia e
l’orgoglio ferito di chi non si sente troppo apprezzato e quindi colpito nella propria vanità . L’amore con i suoi giochetti e non quello tragico di shakespeariana memoria dove si arriva al
dissolvimento della ratio e della vita stessa, ma quello che al contrario genera scintillio, stuzzica il capriccio dell’amato che fallacemente si sente respinto , quello che crea
misunderstandings, malintesi che conducono i protagonisti a scelte forzate come un matrimonio di ripiego o all’arruolamento nell’esercito pur di comprare un’altra dose di nettare di Bacco.
Bevanda spacciata come liquido magico ma che come unica proprietà ha quella di sbloccare i freni inibitori di Nemorino follemente innamorato e disposto a ricorrere a pratiche di dubbia efficacia
sulle dinamiche amorose. A stuzzicarle invece sono la momentanea distrazione di Nemorino da Adina e una provvidenziale eredità che arricchisce l’inconsapevole erede non tanto di danaro ma di
un’appetibilità di crescita sociale. Si tratta di un amore vecchio circa quattro secoli ma attualissimo per quel che riguarda alcuni suoi stereotipi : l’infatuazione per l’uomo potente e ricco
piuttosto che per l’uomo romantico , innamorato e zerbino che si contrappone alla superbia di una donna forte, bella, bramata, maliziosa e consapevole del suo potere ammaliatore che pertanto non
cade nell’ingannevole rimedio amoroso proposto dal Dottor Stranamore Dulcamara. È la lotta tra i sessi quello dichiaratamente ma erroneamente considerato forte e quello più recondito e
apparentemente fragile della donna. Una lotta senza pathos però che porta a un happy ending con il congiungimento dei due amanti ed il ritiro molto sportivo del rivale in amore, il sergente
Belcore. Il tutto condiviso in maniera collettiva e corale con la comunità ,sempre partecipe nelle scelte dei protagonisti, e con una strana figura che ricorda quella del giullare di corte o di
un clown, studiata per conferire all’opera quella leggerezza e giocosità che appartengono proprio a questo genere quasi come risposta alla pedanteria e alla tristezza dei monologhi di Amleto e
alla tragica fine di molte coppie di amanti che andavano in scena sul palco del Globe a Londra pressappoco nello stesso periodo.
Prof.ssa Francesca Bonaventura
Elisir D'amore Teatro Carlo Felice: commenti dei miei compagni
A me il teatro Carlo felice piace. Ma ancora di più gli attori e la scenografia. Anche se ho visto solo tre spettacoli li ho graditi tutti. I protagonisti che mi sono piaciuti di più sono: Violetta, Despina, dulcamara e Adina. Ho trovato scenografie più belle: lo specchio della Traviata, la casa di Dorabella e Fiordigigli, e gli alberi che si muovevano dell'elisir d'amore. Noi abbiamo visto la traviata, L elisir d amore e così fan tutte. La più bella è stata L' elisir d' amore.
Domitilla A.
A me è piaciuta molto l'opera, mi è piaciuto anche moltissimo la scenografia di Luzzati. Dulcamara e Adina sono stati i personaggi che mi sono piaciuti di più, il carrozzone di Dulcamara era stupendo ti faceva entrare in una fiaba. Dulcamara è stato molto bravo a recitare il personaggio che gli è stato dato aveva una voce forte e molto grave. Adina invece mi è piaciuta per il carattere, perché è molto selvatica e molto curiosa non mi è piaciuto molto Nemorino perché secondo me era molto insistente, non assomigliava ad il (marito) di Adina...Comunque mi sono divertita moltissimo e mi è piaciuto molto.
Emma B.
l giorno 21 marzo 2017, a Genova i ragazzi delle scuole medie sono andati a vedere l'opera lirica "l'Elisir d'amore" di Donizzetti è la scenografia di Luzzati morto dieci anni fa. A me è piaciuto Dulcamara che ingannava la gente con un elisir che in verità era vino bordeaux mentre le scene che mi è piaciuta è stato l'arrivo del dott. Dulcamara.
Mattia Br.
L'elisir d'amore, un'opera musicata da Donizzetti, è stata la mia preferita fra quelle viste quest'anno, probabilmente perchè era la più semplice. L'aiutante di Dulcamara era il mio preferito perchè lo ho trovato simpatico e buffo. Dietro di noi c'era un'altra scuola che ho odiato perchè disturbavano e si sono messi tutti a tossire per finta durante l'ouverture.
La musica era intrigante, un attimo potevi rilassarti e nel l'attimo dopo eri sull'attenti come un soldato. Il mio cantante preferito era il Dott. Dulcamara, cantava in un modo buffissimo.
Mattia C.
Siamo entrati ieri nel teatro Carlo Felice, era pomeriggio. Abbiamo visto dei laser al piano di sopra che puntavano sul sipario. Inizia l'opera, la musica e la scenografia erano perfette, i personaggi magnifici, a metà del primo atto arriva il dottor Dulcamara con i suoi scaffali su cui teneva gli elisir (in realtà era vino Bordeaux) Secondo me, alla fine Adina e Nemorino non si dovevano sposare per la differenza di età. Il generale Belcore indossava tacchi altissimi come mia madre. All'intervallo sulle scale per andare in bagno c'era bisogno di un pastore perché eravamo come caprette che correvano da una parte all'altra. La scenografia era perfetta sembrava molto realistica, le foglie si muovevano ed erano bellissime perché di un grande artista: Luzzati che morì 10 anni fa.
Nicolò C.
Lo spettacolo è stato bellissimo e i disegni di Luzzati anche. Il personaggio che mi è piaciuto di più è Dulcamara e Adina perché sono quelli che hanno cantato e recitato molto bene. La musica mi è piaciuta perché, secondo me, ci si adattava ai tempi antichi. Tra tutti gli spettacoli visti, quello che mi è piaciuto di più è proprio l'Elisir d'amore perché Dulcamara truffa tutti con del vino di Bordaux spacciandolo per una pozione miracolosa. Non mi è piaciuto il comportamento di alcuni ragazzi che giocavano col telefono e tre bambini in galleria con i laser.
Filippo C.
Teatro Carlo felice:
Con la scuola siamo andati al Carlo felice a vedere l'elisir d'amore. Il personaggio che mi è piaciuto di più è Dulcamara e mi è piaciuta anche adina.
Sono state belle le scenografie, l'elisir d'amore era di Donizzetti un compositore morto dieci anni fa. Abbiamo fatto un intervallo che durava venti minuti.
Mi è piaciuto molto e non vedo l'ora di vedere l'altro
Magherita D.F.
Mi sono piaciute tanto le scenografie, le canzoni e anche gli abiti, ma soprattutto anche il modo di cui hanno cantato. Due ragazzi stavano giocando con il laser, anche durante l'intervallo, e ho sentito che qualcuno, durante lo spettacolo stava giocando al telefono, inoltre un signore stava scantando delle foto e registrando i personaggi che mi sono piaciuti di più sono Belcore e Dulcamara perché Belcore continuava a chiamare in un modo scortese Nemorino e invece Dulcamara vendeva l'elisir d'amore, che in realtà è del semplice vino Bordeaux.
Mattia L.
Il giorno 21 Marzo 2017 io, la mia classe è il resto della scuola siamo andati al teatro Carlo Felice a vedere "L'elisir d'amore" un'opera lirica molto bella in cui gli attori hanno recitato benissimo. Il mio personaggio preferito è stato Dulcamara perché era il più simpatico. La mia scena preferita è stata quella in cui Dulcamara e Adina cantavano l'aria "Tu sei bella ed io son ricco" perché Dulcamara cantava in modo buffo. I costumi e le scenografie erano magnifiche ed erano state realizzate d Manuele Luzzati, un'artista morto dieci anni fa. Ho trovato maleducati dei ragazzi dietro di noi che usavano i laser durante l'opera e un signore che faceva delle foto e riprendeva l'opera cosa vietata.
Paolo M.
Martedì 21 marzo 2017. Le classi di Albissola Marina e di altre scuole sono andate al Carlo Felice. Quando si sono spente le luci è rigato un signore che ha comunicato che i vestiti e le sceneggiature erano di Manuele Luzzati, un artista morto dieci anni fa. Il mio personaggio preferito è stato ovviamente Dulcamara. Perché parlava in modo comprensibile. Non ho capito "Una furtiva lagrima " perché non ho visto nessuna lacrima, probabilmente ero troppo lontano.
Pier P.
Mi è piaciuto il personaggio di Dulcamara e mi è piaciuto per la sua voce è quando recitava una vecchietta. Ma mi è piaciuta anche la musica di una furtiva lagrima. Le scenografie di Luzzati erano meravigliose favolose davvero molto belle.
Luca P.
Genova-La scuola De André il 21/03/2017 si é recata con dei pullman al teatro Carlo Felice di Genova a vedere l'opera "l'elisir d'amore". Un'opera superlativa con musica altrettanto straordinaria è una sceneggiatura altrettanto meravigliosa. Mi é piaciuta un sacco soprattutto Dulcamara infatti "#Dulcamara forever". Lo scenografo é Emanuele Luzzati.
I personaggi sono: Belcore, Adina, Dulcamara e Nemorino.
Dulcamara aveva un'aiutante acrobata che mi ha fatto ridere.
Andrea R.
La parte che mi è piaciuta di più dello spettacolo è stato quando Nemorino ha cantato "Una furtiva lagrima". Mi sono piaciuti gli abiti, la musica e i disegni di luzzati. Il personaggio più simpatico è stato il dottor Dulcamara, perché è buffo e divertente.
Alice S.
L'opera l'elisir d'amore di Donizetti è stata rappresentata molto bene dal punto di vista canoro perché gli attori erano molto bravi e per la scenografia. Bellissima, grazie alle tecnologie del teatro e all'arte di Manuele Luzzati, deceduto circa dieci anni fa.
Emma S.