Racconti ispirati da "Notte stellata" di Van Gogh 3 A

 

 

 

Passeggiai per la cittadina finché raggiunsi il punto più alto, dove si trovava il cimitero, qui mi voltai per la prima volta da quando ero partita,  ebbi un sussulto al cuore alla vista del paesaggio; mi sedetti, l'aria era frizzantina, l'unico ostacolo che si parava innanzi a me, coprendo il mare di tetti sotto la notte stellata, era un cipresso alto, maestoso, scuro pareva una presenza estranea e malvagia intenta a travolgermi nell'oblio delle sue tenebre, portandomi via dalla luce della luna e delle stelle, dall'amore per la vita. Mi chiesi se avevo abbastanza coraggio per difendermi, se abbastanza amavo la vita o se sarei rimasta lì inerme.

 

 

 

Emma Sugliano

 

 

 

 

 

Era sola, come la maggior parte delle mie sere, delle mie cene, in totale solitudine.

 

Come al solito mia madre ritardava  ore e ore, ma ormai era una abitudine.

 

Ciò che si poteva udire nella mia casa era il rumore della televisione e della forchetta che raschiava contro i miei denti.

 

I cani erano sdraiati in sala, tutti distesi su un unico tappeto.

 

Il paese era come sempre silenzioso, quasi da sembrare disabitato, lo rischiaravano le luci delle finestre delle case.

 

Ad un certo punto, udii una forte folata di vento che fece cadere a terra un vaso, decisi di uscire per tirarlo su, e notai il cielo, era più bello delle altre sere, pieno di stelle gialle e la luna di un bianco luminoso che colpiva subito l’occhio, uno spettacolo così meraviglioso, mi ritrassi per l'emozione, ma mi sentii meno sola.

 

 

 

Alice Mirabelli

 

 

 

 

 

Stavo tornando a casa quando alzai lo sguardo e vidi tutte queste stelle in cielo che illuminavano le colline coltivate di un giallo avvolgente e quasi freddo.

 

Quando si mise a soffiare il vento, il cielo cambiò, si formarono dei vortici azzurro chiaro e bianco ghiaccio, con delle sfumature blu scuro, quasi viola.

 

Attratto dal paesaggio, salii sulla collina, le stelle  illuminavano le strade, i tetti delle case e i visi delle persone che guardavano il cielo stupefatte; perché  nessuno aveva mai visto un panorama del genere; solo nei quadri dei grandi artisti avevo potuto ammirare quei colori.

 

La mattina seguente tutte le persone si chiedevano che cosa fosse successo quella notte.

 

La sera successiva si ripresentò lo stesso spettacolo con colori più intesi, come se qualcuno volesse esprimere il proprio stato d’animo e la sua creatività.

 

 

 

Filippo Ciarlo

 

 

 

 

 

Era una notte d’estate, faceva molto caldo e non riuscivo a prendere sonno.

 

Decisi di fare un giro nella cittá di notte però c’era buio.

 

Mi feci coraggio; prima mi vestii e poi uscii.

 

Anche se era notte la città era ancora sveglia e illuminata.

 

La prima cosa che vidi era il cielo, un cielo stellato mai visto.

 

Creava un'atmosfera speciale, quasi mi sentivo a casa, ma non quella dove  vivevo, quella che mi aveva sempre suggerito il cuore.

 

Mi spiego meglio, il cielo era illuminato da tante stelle, ma così tante che ti perdevi a guardarle, ti girava la testa, e poi erano ancora più luminose delle altre sere...

 

La luna era splendida, aveva un colore argenteo-oro quasi volesse diventare come il sole, si stava ingrandendo e colorando...ora capivo la città era illuminata dal bagliore del cielo.

 

Sembrava che volassi lì in mezzo, ma a riportarmi a terra furono le nuvole che coprirono il panorama proprio nel punto dove ero io.

 

Decisi di andare sulla collina più alta di tutte, alla fine del paese. Non ci misi molto, il paese era piccolo ma non smisi di  guardare il cielo, sulla collina era un'esplosione di luci, tanta fatica, ma ne era valsa la pena...

 

Mi sdraiai sull' erba fredda e mi addormentai tranquilla. Che pace!

 

 

 

                                                                                                                                                                     Domitilla Angius

 

 

 

 

 

Caro diario,                                                                                                              09/09/99

 

 

 

due giorni fa sono andato con la mia classe a visitare una mostra di Van Gogh, dato che la  cittadina in cui abito è il suo paese natale.

 

Siamo partiti alle otto del mattino e siamo tornati alle tre e mezza.

 

Il giorno dopo, appena arrivati a scuola, le maestre ci hanno chiesto quale fosse stata la nostra opera “preferita”, la mia  era “La notte stellata”.

 

Loro ovviamente mi hanno chiesto il perché ed io ho risposto per i colori, le sfumature, e l’ebrezza che mi trasmette l’opera.

 

Poi subito dopo aver fatto pranzo, sono andato a cercare il luogo in cui era stato dipinto il mio  quadro preferito.

 

Individuato, ho provato ad andare nel luogo prescelto armato di tela, pennello e colori ed ho iniziato a dipingere, mi rilassava anche se non ero molto bravo.

 

Tornato, ho appeso il quadro in camera mia, ne ero fiero.  Ho fatto anche delle ricerche su Vincent Van Gogh e ho scoperto la intrigante e difficile storia del pittore, ricoverato per pazzia  e una volta uscito  dal manicomio si è tolto la vita.

 

Ho cercato delle spiegazioni per il suo suicidio ma non le ho trovate….

 

Non mi spiegavo il perché del suo suicidio ma quando ho capito la sua genialità e la sua difficoltà a vivere, la mia vita è cambiata, e adesso guardo tutto diversamente con un altro punto di vista.

 

Non pensavo l’arte potesse trasmettere tutto questo.

 

Tuo Giovanni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caro Marco,

 

ieri è stata una giornata bellissima e indimenticabile. Sono uscito con i miei amici per prendere un gelato, quando ho visto un cielo splendido, era illuminato a giorno. Non credevo ai miei occhi, era davvero magnifico.

 

Sono corso a casa, ho preso la macchina fotografica e io e miei amici abbiamo scattato molte foto, poi siamo corsi dai nostri genitori per mostrargliele, ma nessuno di noi li ha trovati.

 

Magicamente gli adulti nella città erano scomparsi. Tutti noi eravamo spaventati, abbiamo cercato ovunque, ma niente.

 

Improvvisamente io ho aperto gli occhi, ho guardato fuori dalla finestra: era giorno, una bellissima giornata di sole.

 

Tutto quello che era successo era solamente un sogno.

 

 

 

Andrea Rogna

 

 

Racconti ispirati da "Notte stellata" di Van Gogh 3 A

 

 

 

Passeggiai per la cittadina finché raggiunsi il punto più alto, dove si trovava il cimitero, qui mi voltai per la prima volta da quando ero partita,  ebbi un sussulto al cuore alla vista del paesaggio; mi sedetti, l'aria era frizzantina, l'unico ostacolo che si parava innanzi a me, coprendo il mare di tetti sotto la notte stellata, era un cipresso alto, maestoso, scuro pareva una presenza estranea e malvagia intenta a travolgermi nell'oblio delle sue tenebre, portandomi via dalla luce della luna e delle stelle, dall'amore per la vita. Mi chiesi se avevo abbastanza coraggio per difendermi, se abbastanza amavo la vita o se sarei rimasta lì inerme.

 

 

 

Emma Sugliano

 

 

 

 

 

Era sola, come la maggior parte delle mie sere, delle mie cene, in totale solitudine.

 

Come al solito mia madre ritardava  ore e ore, ma ormai era una abitudine.

 

Ciò che si poteva udire nella mia casa era il rumore della televisione e della forchetta che raschiava contro i miei denti.

 

I cani erano sdraiati in sala, tutti distesi su un unico tappeto.

 

Il paese era come sempre silenzioso, quasi da sembrare disabitato, lo rischiaravano le luci delle finestre delle case.

 

Ad un certo punto, udii una forte folata di vento che fece cadere a terra un vaso, decisi di uscire per tirarlo su, e notai il cielo, era più bello delle altre sere, pieno di stelle gialle e la luna di un bianco luminoso che colpiva subito l’occhio, uno spettacolo così meraviglioso, mi ritrassi per l'emozione, ma mi sentii meno sola.

 

 

 

Alice Mirabelli

 

 

 

 

 

Stavo tornando a casa quando alzai lo sguardo e vidi tutte queste stelle in cielo che illuminavano le colline coltivate di un giallo avvolgente e quasi freddo.

 

Quando si mise a soffiare il vento, il cielo cambiò, si formarono dei vortici azzurro chiaro e bianco ghiaccio, con delle sfumature blu scuro, quasi viola.

 

Attratto dal paesaggio, salii sulla collina, le stelle  illuminavano le strade, i tetti delle case e i visi delle persone che guardavano il cielo stupefatte; perché  nessuno aveva mai visto un panorama del genere; solo nei quadri dei grandi artisti avevo potuto ammirare quei colori.

 

La mattina seguente tutte le persone si chiedevano che cosa fosse successo quella notte.

 

La sera successiva si ripresentò lo stesso spettacolo con colori più intesi, come se qualcuno volesse esprimere il proprio stato d’animo e la sua creatività.

 

 

 

Filippo Ciarlo

 

 

 

 

 

Era una notte d’estate, faceva molto caldo e non riuscivo a prendere sonno.

 

Decisi di fare un giro nella cittá di notte però c’era buio.

 

Mi feci coraggio; prima mi vestii e poi uscii.

 

Anche se era notte la città era ancora sveglia e illuminata.

 

La prima cosa che vidi era il cielo, un cielo stellato mai visto.

 

Creava un'atmosfera speciale, quasi mi sentivo a casa, ma non quella dove  vivevo, quella che mi aveva sempre suggerito il cuore.

 

Mi spiego meglio, il cielo era illuminato da tante stelle, ma così tante che ti perdevi a guardarle, ti girava la testa, e poi erano ancora più luminose delle altre sere...

 

La luna era splendida, aveva un colore argenteo-oro quasi volesse diventare come il sole, si stava ingrandendo e colorando...ora capivo la città era illuminata dal bagliore del cielo.

 

Sembrava che volassi lì in mezzo, ma a riportarmi a terra furono le nuvole che coprirono il panorama proprio nel punto dove ero io.

 

Decisi di andare sulla collina più alta di tutte, alla fine del paese. Non ci misi molto, il paese era piccolo ma non smisi di  guardare il cielo, sulla collina era un'esplosione di luci, tanta fatica, ma ne era valsa la pena...

 

Mi sdraiai sull' erba fredda e mi addormentai tranquilla. Che pace!

 

 

 

                                                                                                                                                                     Domitilla Angius

 

 

 

 

 

Caro diario,                                                                                                              09/09/99

 

 

 

due giorni fa sono andato con la mia classe a visitare una mostra di Van Gogh, dato che la  cittadina in cui abito è il suo paese natale.

 

Siamo partiti alle otto del mattino e siamo tornati alle tre e mezza.

 

Il giorno dopo, appena arrivati a scuola, le maestre ci hanno chiesto quale fosse stata la nostra opera “preferita”, la mia  era “La notte stellata”.

 

Loro ovviamente mi hanno chiesto il perché ed io ho risposto per i colori, le sfumature, e l’ebrezza che mi trasmette l’opera.

 

Poi subito dopo aver fatto pranzo, sono andato a cercare il luogo in cui era stato dipinto il mio  quadro preferito.

 

Individuato, ho provato ad andare nel luogo prescelto armato di tela, pennello e colori ed ho iniziato a dipingere, mi rilassava anche se non ero molto bravo.

 

Tornato, ho appeso il quadro in camera mia, ne ero fiero.  Ho fatto anche delle ricerche su Vincent Van Gogh e ho scoperto la intrigante e difficile storia del pittore, ricoverato per pazzia  e una volta uscito  dal manicomio si è tolto la vita.

 

Ho cercato delle spiegazioni per il suo suicidio ma non le ho trovate….

 

Non mi spiegavo il perché del suo suicidio ma quando ho capito la sua genialità e la sua difficoltà a vivere, la mia vita è cambiata, e adesso guardo tutto diversamente con un altro punto di vista.

 

Non pensavo l’arte potesse trasmettere tutto questo.

 

Tuo Giovanni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caro Marco,

 

ieri è stata una giornata bellissima e indimenticabile. Sono uscito con i miei amici per prendere un gelato, quando ho visto un cielo splendido, era illuminato a giorno. Non credevo ai miei occhi, era davvero magnifico.

 

Sono corso a casa, ho preso la macchina fotografica e io e miei amici abbiamo scattato molte foto, poi siamo corsi dai nostri genitori per mostrargliele, ma nessuno di noi li ha trovati.

 

Magicamente gli adulti nella città erano scomparsi. Tutti noi eravamo spaventati, abbiamo cercato ovunque, ma niente.

 

Improvvisamente io ho aperto gli occhi, ho guardato fuori dalla finestra: era giorno, una bellissima giornata di sole.

 

Tutto quello che era successo era solamente un sogno.

 

 

 

Andrea Rogna